Questo articolo fa parte di una serie di riflessioni sull’innovazione technology-driven, cominciata qui. Approfondimenti sul tema si possono trovare nel Manuale dell’Innovazione – strategia, organizzazione, tecnologie.
Le forme organizzative di tipo ad-hocratico rappresentano ottime «palestre organizzative» nelle quali sviluppare la disciplina e le competenze indispensabili per l’esercizio dell’innovazione. Ma la domanda da porsi a questo punto è: si può pianificare l’innovazione? Il modello manageriale dominante è improntato all’utilizzo di sofisticati strumenti previsionali e di pianificazione, tramite i quali governare la complessità e una incertezza ambientale sempre crescenti.
Esiste tuttavia una scuola manageriale fortemente critica nei confronti della pianificazione strategica
che muove da alcune considerazioni:
- I modelli di piano soffrono sempre di più di evidenti difetti strutturali, quali il distacco fra il pensiero strategico e l’azione, che si manifesta sia come distacco organizzativo che temporale, rischiando di pianificare oggi, per il domani, quello che in realtà serviva ieri (approfondisci qui e qui).
- Le inevitabili rigidità e le gerarchie di piano finiscono per influenzare le routine stesse del processo di pianificazione, limitando i processi creativi ed innovativi.
Le forme organizzative di tipo ad-hocratico che abbiamo visto sono finalizzate alla creazione di valore attraverso la combinazione di elementi di varietà e variabilità, che consente di dominare e sfruttare, piuttosto che subire, la complessità ambientale, operando così una sorta di attivazione dell’ambiente, che può risultare significativamente plasmabile dalle imprese che si muovono con tale orientamento.
Emerge quindi come più adatto alle aziende ed organizzazioni innovatrici, uno stile manageriale più orientato all’ascolto che alla programmazione, teso alla raccolta dei segnali deboli, alla scoperta ed alla generazione delle sorprese, cioè di elementi dell’azione strategica che possono realmente determinare una generazione di valore in quanto rari e specifici per quella determinata organizzazione e quindi spesso difficilmente copiabili o riproducibili:
