È il titolo che Gina Lagorio ha voluto dare al suo ultimo libro.
«Càpita che si viva tutta una vita senza imbattersi in una malattia che invece a un certo punto prenderà per te la faccia del destino.»
E’ quello che può capitare a chi si ammala di tumore al seno.
Il recente rapporto AIOM – AIRTUM “I numeri del cancro in Italia 2016” dà un quadro molto chiaro della realtà:
- 1 donna su 9, in Italia, nell’arco della vita, si ammala di tumore al seno. Tradotto in numeri, nel 2016 la stima è di 50.200 donne.
- La qualità delle cure migliora le probabilità di sopravvivenza: le donne viventi in Italia nel 2015, che hanno avuto in passato una diagnosi di tumore della mammella, sono 692.955. L’87% delle donne che si ammalano sopravvivono a 5 anni dalla diagnosi.
- Tuttavia, il numero di decessi annui per tumore al seno supera i 12mila. Quelli registrati dall’ISTAT nel 2012 – ultimo dato disponibile – furono di 12.137.
Vi parlo di questo oggi, 13 ottobre 2016, per un motivo speciale: negli Stati Uniti il 13 ottobre è la Giornata di sensibilizzazione sul Tumore al seno Metastatico.
Ci sono dei “fatti”, su cui questa giornata ci deve far riflettere, che voglio condividere con voi:
- Nessuno muore per un cancro al seno che rimane nel seno. Càpita che le cellule cancerose viaggino nell’organismo, dando origine ad una metastasi e quando raggiungono un organo vitale, questo è ciò che minaccia la vita.
- Si stima che circa 30.000 donne in Italia attualmente vivano con il cancro al seno metastatico, chiamato anche cancro al seno al IV Stadio.
- Se càpita, quando càpita, il tumore al seno metastatico non è una condanna a morte automatica. Sebbene la maggior parte delle persone muoiano, in ultima analisi, della loro malattia, alcune vivono per molti anni.
- Non ci sono statistiche prognostiche definitive per il tumore al seno metastatico. Ogni paziente e la sua malattia sono unici. Per questo è importante che la ricerca continui a studiare le cure.
- Anche di questo stadio della malattia è importante parlare, per abbattere il muro di solitudine che spesso circonda queste persone.
È quello che stanno facendo da alcuni anni le donne di Lottare, Vivere, Sorridere, il blog di saluteseno.it su cui raccontano le loro storie di quotidiana straordinarietà. Queste donne sono già portavoce dei pazienti, fanno già advocacy e collaborano alla ricerca, attraverso un gruppo di lavoro all’interno di Europa Donna Italia.
Da oggi queste donne hanno anche un’associazione, la prima in Italia di pazienti metastatici, che vuole amplificare la loro voce.
Il malato di cancro al seno metastatico vive, infatti, una particolare condizione non solo clinica, ma anche psicologica e sociale, che lo vede spesso emarginato e costretto alla solitudine. Questo anche a causa della grande disinformazione verso la malattia metastatica, perché l’argomento è ancora oggi un tabù.
Proprio per questo, tra i primi progetti è prioritaria la richiesta del riconoscimento di questa giornata dedicata al cancro al seno metastatico anche in Italia, che così diventerebbe il primo Paese a farlo in Europa e il secondo nel mondo.
L’associazione, oltre ad essere un sodalizio curato e gestito da donne malate al IV stadio, si avvale della preziosa collaborazione di persone che già hanno vissuto l’esperienza del tumore primario al seno e di persone che non hanno mai avuto la malattia. Perché vuole costruire ponti, non muri.
Il nome che hanno scelto è significativo Tumore al seno metastatico – Noi ci siamo.
Mimma Panaccione è la promotrice e la presidente. Ecco le sue parole di qualche tempo fa
Queste donne hanno deciso di esserci e di metterci la faccia! Mi auguro che anche voi vogliate unire la vostra voce perché il loro messaggio risuoni sempre più tonante.
Questo post fa parte di un progetto di diffusione di informazioni, legate principalmente al tumore al seno, ed organizzate intorno al mio percorso personale nell’affrontare la malattia, prima, e nel cercare di comprenderne, poi, tutte le sfaccettature. Qui trovate il post di apertura. Contribuite anche voi raccontandomi nei commenti le vostre esperienze.
Prosegue qui