Il technology scouting

Questo articolo fa parte di una serie di riflessioni sull’innovazione digitale, cominciata qui e proseguita con la definizione di un modello per il governo di tale innovazione e con la presentazione di una serie di strumenti utili per l’analisi dei sistemi tecnologici di un’azienda nella prospettiva della costruzione di un Innovation Plan.  Prima di proseguire con un metodo per la stesura dell’Innovation Plan, ci serve un ultimo e fondamentale ingrediente:

come si fa scouting di nuove tecnologie?

Il tema è rilevante perché l’innovazione digitale è un’arma a doppio taglio per le aziende -> può dare grande vantaggio competitivo quando viene realizzata dall’azienda e può risultare in discontinuità (disruption) se utilizzata dalla concorrenza per

  • Innalzare il livello di aspettative dei clienti
  • Creare nuovi prodotti, anche estranei al perimetro tradizionale del business
  • Aprire nuovi canali commerciali
  • Diminuire il costo di prodotto
  • Creare maggiore efficienza e produttività

La funzione IT responsabile delle infrastrutture è la prima a dover fronteggiare l’innovazione digitale e il technology scouting può rivelarsi l’unica possibilità di cogliere le aspettative del business, garantendo – all’interno dei vincoli di budget – la crescente domanda di potenza di calcolo, data storage e connettività. Ma, come abbiano visto, scegliere la tecnologia corretta è solo metà del lavoro da fare … integrare la tecnologia in servizi per il business e creare processi di «provisioning» e supporto scalabili è la parte più complessa. Inoltre, parte fondamentale dell’innovazione, per la funzione IT, è operativa e non tecnologica e risiede nel cambiare il proprio modello di interazione con il business.

Ad esempio, l’uso di infrastrutture di cloud computing esterne all’azienda potrebbe portare a riconfigurare la funzione infrastrutture IT come una funzione di governance e vendor management di servizi selezionati e pagati da una funzione IT interna alla business unit …

Inoltre, essere credibili come innovatori richiede di essere proattivi, richiede cioè che la funzione infrastrutture IT comprenda i requisiti sottostanti al modello di business e sviluppi proposte di potenziali innovazioni a beneficio della funzione applicativa e del business: coltivare i giusti talenti è sempre più critico per il successo dell’innovazione.

Per chi si occupa di tecnologia in azienda è quindi importante intercettare le nuove tecnologie (utili) in tempo.

Ma quali sono le tecnologie oggi percepite come più destabilizzanti, e quindi promettenti, per l’innovazione digitale?

Troverete risposte simili in diverse ricerche pubblicate periodicamente. Ad esempio, questa di McKinsey, del 2012, si riferisce alle priorità di innovazione tecnologica indicate da executive delle aziende internazionali del Fortune500 e la risposta prevalente è stata sul Cloud Computing, ma un numero rilevante delle aziende intervistate (che appartengono al settore delle banche, del consumer electronics, media, assicurazioni e retail) citano come seconda e terza tecnologia, quasi a parimerito, il supporto dell’analisi intensiva dei dati e la possibilità di fornire una user experience sempre più ricca. Interessante anche questa di Deloitte, del 2014, che ci da una prospettiva interessante, separando le stesse tecnologie fra Disruptive ed Enabling

Se posizioniamo le tecnologie identificate sul nostro modello di IT Portfolio, noterete che emerge chiaramente la differenza fra tecnologie inerentemente disruptive e tecnologie di supporto e che, nel loro insieme, esse coprono tutti gli obiettivi di investimento in innovazione tecnologica che abbiamo definito.

Disruptive & Supporting Technologies
Disruptive & Supporting Technologies

Per le applicazioni di tipo informativo, dati potenzialmente utilizzabili per indirizzare le decisioni aziendali vengono creati in ogni momento e con una frequenza prima inimmaginabile, che raddoppia ogni 18 mesi. Questo rende necessario superare la tradizionale Business Intelligence, sperimentando attraverso i cosiddetti Big Data nuovi prodotti, nuove customer experience, nuovi processi produttivi.

Dal punto di vista strategico, l’enterprise mobility, cioè la possibilità di accedere in mobilità a tutti i servizi dell’azienda (sia da parte dei dipendenti che dei clienti) è una tecnologia il cui scenario evolutivo ricorda molto quello di internet alla fine degli anni ‘90: crescita esponenziale, innovazione costante, percezione intuitiva di un grande valore potenziale.

L’utilizzo di propri device sul posto di lavoro (BYOD) e/o in mobilità, la disponibilità di nuovi servizi infrastrutturali per l’integrazione di diversi messaging systems, la possibilità di firmare digitalmente i documenti sono tecnologie che promettono di migliorare sensibilmente la produttività dei processi di natura transazionale e amministrativa

Il Cloud Computing è un investimento prevalentemente di natura infrastrutturale, mirato come vedremo sia al contenimento dei costi che all’incremento dell’agilità nei processi di fornitura dei servizi IT agli utenti di business.

Nei prossimi articoli, oltre a presentarvi le tecnologie, mi do l’obiettivo di lasciarvi anche un metodo per valutarne di nuove, che deve necessariamente percorrere una serie di passi:

  • Darne una definizione esatta nel proprio contesto aziendale.
  • Comprendere se e perché la tecnologia è importante (valutandone la valenza strategica e le leve e gli ostacoli per introdurla).
  • Approfondire le tecniche, oltre alle tecnologie, che le compongono.
  • Verificare su quali aspetti della catena del valore interviene (risorse, processi, clienti, fornitori, …).
  • Valutarne le criticità.
  • Valutare gli eventuali primi passi per l’introduzione.

Prosegue qui

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