IT Innovation Plan: quali applicazioni dobbiamo innovare?

Questo articolo fa parte di una serie di riflessioni sull’innovazione digitale, cominciata qui.

Analogamente a quanto fatto per l’infrastruttura tecnologica, si procede con la raccolta dei dati relativi alla mappa applicativa per:

  • effettuare un censimento di dettaglio sugli applicativi in uso
  • valutare ridondanze e/o sovrapposizioni all’interno del parco applicativo
  • costruire un “ponte” tra l’analisi sulle infrastrutture e l’analisi sui processi

Ad ogni applicazione viene assegnata una valutazione di adeguatezza funzionale e tecnologica, sulla base di diversi criteri. Ad esempio:

  • Flessibilità, cioè la semplicità / velocità di personalizzazione ed adeguamento funzionale dell’applicazione a nuove esigenze di business. Un parametro utilizzato è, ad esempio, la necessità di riprogrammare l’applicazione per ogni variante di processo / segmento / prodotto, ….
  • Affidabilità, cioè la minimizzazione dei tempi di indisponibilità.
  • Facilità di integrazione, quindi l’analisi delle interfacce di programmazione previste per integrare l’applicazione con altre applicazioni. Si valuta l’utilizzo e la modernità del middleware e l’omogeneità di esposizione delle interfacce.
  • Allineamento con gli standard tecnologici e architetturali, verificando quali applicazioni utilizzano, ad esempio, tecnologie messe in area di contenimento o che non corrispondono alle regole definite nell’enterprise architecture.
  • Standardizzazione dei dati, cioè la semplicità / velocità di estrazione dei dati gestiti dall’applicazione per effettuare analisi ad hoc.
  • Scalabilità, cioè la possibilità di aumentare il numero di utenti o il volume dei dati gestiti dall’applicazione.

In altri termini, raccogliamo tutti i dati relativi allo stato di salute dell’applicazione sia nella prospettiva dell’utilizzo corrente sia nella prospettiva dell’evoluzione strategica del business. Le informazioni sul portafoglio applicativo possono essere sintetizzate in sei Dimensioni di Analisi, a loro volta utilizzate per creare tre indici tecnici, che consentono un rapido check-up.

La rilevazione può avvenire tramite interviste o la compilazione di un questionario da parte della struttura tecnica, anche se esistono ormai in maniera abbastanza diffusa dei sistemi di gestione del portafoglio applicativo che rendono disponibile, fra l’altro un repository delle caratteristiche applicative. Diversamente rispetto all’infrastruttura, tuttavia, in ambito applicativo andiamo a valutare anche aspetti meno oggettivi e più soggettivi, che richiedono quindi l’espressione di un parere da parte degli specialisti.

Gli indici che vi propongo per l’analisi delle applicazioni sono:

  • Un indice di qualità tecnica, che valuta aspetti di interfaccia (utente e applicativa), portabilità e accessibilità in ambiente distribuito, tipologia degli archivi dati e la gestibilità delle informazioni.
  • Un indice di scalabilità, che considera volumi gestiti ed utilizzatori.
  • Un indice di assistenza, che valuta in forma più o meno positiva (a seconda del contesto) la disponibilità di risorse interne/esterne per la manutenzione applicativa.

Indici di qualità applicativa

fig.1: Indici di qualità applicativa

Per la costruzione degli indici andiamo ad assegnare un punteggio alle varie caratteristiche applicative, che ci servirà poi per costruire dei diagrammi di sintesi.

Ad esempio, per l’indice di qualità tecnica la valutazione dell’interfaccia può privilegiare con punteggio più alto quella grafica a scapito di quella a carattere; la valutazione dell’integrazione può favorire le applicazioni sviluppate con una logica a componenti; la valutazione degli archivi può premiare le applicazioni che utilizzano un solo archivio di tipo Database Relazionale.

Oppure, la valutazione dell’Indice di Assistenza può favorire, per motivi di costo / flessibilità, le applicazioni per la cui manutenzione si ricorre all’uso di personale interno penalizzando, viceversa, quelle applicazioni la cui esclusiva conoscenza risiede presso un fornitore (o viceversa in funzione del contesto aziendale).

Questi indici, combinati, ci danno la possibilità di classificare le nostre applicazioni per livello di criticità. In particolare, si può valutare la combinazione di qualità tecnica e scalabilità.

Mappa applicativa 1

Se il punteggio ottenuto da un’applicazione su entrambi questi assi è alto, l’applicazione non è critica, poiché è in grado di tollerare evoluzioni infrastrutturali ed incremento di volume. Perciò possono essere considerate “MainStream”. Le applicazioni che mostrano indice di qualità tecnica più basso, ma buona scalabilità, sebbene basate su tecnologie obsolete forniscono comunque un buon livello di scalabilità e potrebbe non essere necessaria una loro revisione, vanno solo monitorate. Analogamente applicazioni tecnologicamente più evolute, ma non scalabili, vanno tenute sotto osservazione per far scattare un alert in caso di aumento significativo dei volumi. Le applicazioni che utilizzano tecnologia obsoleta e non sono scalabili, necessitano di un approfondimento critico allo scopo di valutare una loro evoluzione e sostituzione.

La combinazione di qualità tecnica e livello di assistenza ci dà evidenza di potenziali problemi futuri in caso di significative revisioni funzionali.

Mappa Applicativa
Mappa Applicativa

Se il punteggio ottenuto da un’applicazione su entrambi questi assi è alto, l’applicazione non è critica, poiché unisce una buona qualità tecnica ad un buon livello di presidio evolutivo. Per le applicazioni che mostrano indice di qualità tecnica alto, ma più scarso presidio di assistenza, vanno analizzate le motivazioni e predisposto un piano di intervento – anche non urgente – per migliorare il presidio nel tempo. Le applicazioni che utilizzano tecnologia obsoleta, a prescindere dal livello di assistenza, sono potenzialmente critiche e necessitano di approfondimenti allo scopo di valutare una loro evoluzione e sostituzione, valutando i potenziali rischi di turnover del personali di gestione e/o aumento dei costi esterni.

Prosegue qui

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