Questo articolo fa parte di una serie di riflessioni sull’innovazione technology-driven, cominciata qui.

I business drivers sono
un indirizzo d’azione praticabile scelto per realizzare un intento strategico o un obiettivo di business.
Ad esempio, se l’obiettivo di un’azienda è incrementare la redditività di un segmento di clientela, attraverso la standardizzazione dell’offerta e la migrazione della clientela su canali di vendita meno costosi (tipicamente web e self service), allora i business drivers che se ne possono trarre sono, ad esempio:
- Necessità di arricchimento funzionale dei canali non presidiati (tutto il ciclo di prodotto, dalla vendita alla gestione dei servizi di post vendita e customer care)
- Introduzione di strumenti online per la realizzazione di campagne commerciali a evento
- Potenziamento degli strumenti per le campagne commerciali outbound su call center
Analogo processo di derivazione deve essere fatto per ogni obiettivo strategico aziendale, tipicamente enunciato nel piano industriale. Questo avviene in fase di stesura dei progetti di realizzazione del piano e deve necessariamente avvenire a 4 mani, business e IT insieme. Perché è importante formalizzare questo passaggio? Perché, una volta terminato possiamo avere la ragionevole certezza di aver intercettato tutte le potenziali azioni di business da mettere in campo ed abbiamo stabilito il primo terreno comune di confronto. Il passaggio successivo è derivare da ogni singolo business driver gli IT Drivers, cioè
una serie di aspettative su come le informazioni e i dati dovranno essere utilizzati e quali risorse tecnologiche dovranno essere rese disponibili.
Ad es. per il business driver: Arricchimento funzionale dei canali non presidiati, gli IT drivers potrebbero essere:
- Aumentare la scalabilità dell’accesso ai canali non presidiati, per passare dal 20% al 50% delle vendite online
- Far evolvere l’architettura tecnologica per abilitare nuovi dispositivi mobili
- Migrare a tecnologia WebServer i servizi di post-vendita
Vedete come a poco a poco si dettaglia e si completa una to do list di attività tecnologiche che si rendono necessarie per abilitare gli obiettivi strategici espressi da un piano industriale. Weill & Broadbent suggeriscono addirittura alcune categorie di Business Drivers e IT Driver, che dovrebbero essere indagate per essere certi di aver sviscerato a fondo le strategie. Per i business driver:
- Costi di prodotto/servizio
- Differenziazione di valore percepita dal cliente, ad esempio incrementi di qualità, semplificazione procedure d’acquisto, nuovi canali distributivi
- Flessibilità ed agilità, ad esempio capacità di cross selling, tempi di sviluppo di nuovi prodotti e servizi, velocità di riconfigurazione dei prodotti e servizi esistenti
- Crescita, obiettivi di crescita attraverso specifici prodotti/servozi/canali
- Risorse Umane, ad esempio sviluppo di ambienti di condivisione della conoscenza, necessità di formazione
- Orientamento manageriale, ad esempio modifiche nei livelli decisionali e nelle autonomie
Per gli IT Drivers:
- Aspettative sugli investimenti IT, dove e come dovrebbero essere allocati e con che priorità
- Accesso ed utilizzo dei dati, necessità di centralizzarne la gestione, necessità di produrre nuove informazioni, necessità di renderli disponibili a nuovi utenti/su nuovi canali
E così via. Quello che in realtà avviene, una volta che avrete completato il primo esercizio di derivazione dei business drivers e degli IT Drivers dal piano industriale ne farete una classificazione funzionale alla lettura e interpretazione da parte degli executive che devono prendere la decisione di procedere.