La #breastunit è una unità specializzata di senologia che tratta il tumore al seno in tutte le fasi dalla diagnosi precoce alla cura e ricostruzione.
L‘incidenza del tumore al seno in Italia e nel mondo è molto elevata e continua ad aumentare. In base agli ultimi dati dell’Associazione italiana registri tumori, si stima che nell’anno in corso, in Italia, si ammaleranno di tumore della mammella oltre 48 mila donne (circa una donna su 9 nell’arco della vita).
Se curato adeguatamente, anche la sopravvivenza media, però, è molto alta: a cinque anni dalla diagnosi è dell’87%, Come si legge nel rapporto “I numeri del cancro in Italia 2015” di Aiom-Airtum. Si stima che le donne che attualmente convivono con un tumore al seno siano oltre 690 mila. Nonostante questo, il cancro al seno è ancora la prima causa di morte per tumore nella popolazione femminile italiana (e mondiale): i decessi annui stimati sono circa 12 mila.
Con la Risoluzione sul Cancro alla Mammella (B6/0528/2006) il Parlamento Europeo richiama tutti gli stati membri ad “Assicurare su tutto il territorio nazionale entro il 2016 la costituzione di centri multidisciplinari di senologia (#breastunit).
L’obiettivo dei centri multidisciplinari è di trattare specificatamente il tumore al seno per incrementare la sopravvivenza e la qualità della vita delle donne europee, stabilendo dei criteri per poter certificare questi centri per un bacino di popolazione di 250.000 persone, che prevedono, fra l’altro:
- il trattamento di almeno 150 nuovi casi all’anno
- la disponibilità di chirurghi dedicati che eseguano minimo 50 interventi/annui come primo operatore
- la presenza di radiologi all’interno dei centri, che refertino almeno 1000 mammografie
E’ infatti dimostrato da evidenze scientifiche “che il tumore trattato in unità multidisciplinari riduce la mortalità fino al 20% ed evita pellegrinaggi della salute, causa di costi sociali e famigliari” (Corrado Tinterri, attuale Coordinatore del Comitato Scientifico di Europa Donna Italia).
In Italia, la situazione presenta luci e ombre, come ha ben descritto Il Fatto Quotidiano in questo articolo del 16 agosto 2016.
La buona notizia è che, grazie anche al lavoro attivo di movimenti ed associazioni di pazienti, fra cui Europa Donna Italia, il 5 aprile 2011 il Senato ha approvato all’unanimità la Mozione n. 399 sul tumore al seno, che impegnava il Governo a vigilare sull’attuazione delle direttive europee in materia da parte delle regioni. E il 18 dicembre 2014 la Conferenza Permanente per i Rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Provincie Autonome di Trento e Bolzano ha sancito l’intesa tra Governo, Regioni e Province Autonome sul documento recante le “Linee di indirizzo sulle modalità organizzative ed assistenziali della rete dei centri di senologia”, da rendere attuativo entro il 31/12/2016.
Personalmente sto lavorando come Consigliera di Europa Donna italia perché la rete di breast unit diventi presto una realtà per tutte le donne italiane, senza disparità di trattamento. Nel frattempo qui trovate due risorse per trovare l’elenco più aggiornato dei centri già operativi, a cui rivolgervi per diagnosi precoce e cura:
- l’elenco dei centri di senologia fornito da SenoNetwork
- il database di Sportello Cancro, curato da Il Corriere della Sera e Fondazione Umberto Veronesi, che presenta, per ogni patologia, regione, provincia, i centri che effettuano più interventi. Non sempre, com’è ovvio, un alto numero di ricoveri o di interventi è anche sinonimo di qualità, ma è senz’altro una buona base di partenza per individuare gli ospedali con le migliori competenze.
La cosa che ancora mi stupisce è quanto sia difficile trovare informazioni su dove fare prevenzione e curarsi. Secondo voi cosa dovremmo sviluppare per rendere semplice e intuitiva questa attività?