Questo articolo fa parte di una serie di mie riflessioni sull’innovazione technology-driven, cominciata qui.
Insieme alla definizione di Cloud Compunting, il National Institute of Standards and Technology fornisce una serie di schemi di alto livello che consentono di comprendere i meccanismi di funzionamento di un ambiente cloud, a partire dai 5 attori principali – persone oppure organizzazioni – che contribuiscono al funzionamento, dai modelli di servizio e dalle interrelazioni fra questi. Vediamone alcuni:


Il cloud consumer è l’individuo o l’organizzazione che acquista ed utilizza i servizi del cloud.
Il cloud provider è il fornitore del Servizio, responsabile di rendere il Servizio disponibile a richiesta.
Data la complessità dei servizi rilasciati, se il consumer è un utente finale, la funzione IT o il fornitore di servizi aziendale potrebbe fungere da cloud broker, eventualmente creando servizi a valore aggiunto.
Il cloud auditor è una terza parte, che potrebbe essere utile per condurre valutazioni indipendenti sulle prestazioni e la sicurezza del cloud. È evidente il suo valore a livello governativo e di pubblica amministrazione.
Il cloud carrier è l’organizzazione responsabile del sistema di telecomunicazione su cui dati e servizi applicativi viaggiano.

Il cloud computing viene generalmente definito in base a tre modelli di delivery. Chi consuma i servizi varia, in funzione del modello di servizio, così come le attività del cloud service provider:
- Software as a service (SaaS), in cui gli utenti usano applicazioni web-based via browser e non hanno nessun controllo del sistema operativo o dell’hardware su cui questi sistemi risiedono. Tipicamente le interfacce tramite cui accedono sono standard e poco personalizzabili. Un esempio tipico di SaaS sono le applicazioni personali di posta elettronica che ognuno di noi usa, generalmente fornite dal provider della connessione internet; i social network e, passando in ambito aziendale, ad esempio nelle PMI, potrebbero essere applicazioni standard come le paghe e stipendi, oppure il CRM. Il modello di pricing per questi servizi cloud potrebbe essere collegato al numero di utenti contemporanei o all’utilizzo di risorse elaborative, di storage e di rete. Nel modello SaaS, il cloud provider predispone, configura, manutiene ed aggiorna le operation delle applicazioni sull’infrastruttura cloud rispettando i livelli di servizio concordati. Il fornitore si assume le responsabilità di gestione e controllo dell’ambiente applicativo, mentre all’utente rimangono compiti di controllo amministrativo.
- Platform as a Service (PaaS), in cui gli utenti, tipicamente degli sviluppatori, usano un ambiente di sviluppo (o piattaforma) reso disponibile dal fornitore per fare application development. Un utilizzo interessante del cloud in modalità PaaS potrebbe essere la business intelligence, che di fatto è una piattaforma attraverso la quale gli analisti fanno simulazioni e predispongono report per gli utenti finali, spesso richiedendo grande capacità elaborativa e gestendo enormi moli di dati. Nel modello PaaS, il cloud provider gestisce l’infrastruttura per la piattaforma e fornisce gli strumenti di sviluppo e le risorse elaborative necessarie al consumer per sviluppare, testare, rilasciare in produzione e amministrare le applicazioni. È possibile che i consumer, oltre a gestire le applicazioni, abbiano il controllo della configurazione dell’ambiente operativo.
- Infrastructure as a Service (IaaS), in cui gli utenti usano componenti quali capacità elabrativa, storage, networking offerti dal fornitore, hanno il controllo delle applicazioni e del middleware, ma non controllano l’infrastruttura. Un esempio tipico sono gli ambienti di disaster recovery e business continuity.