Diversity

Piccolo pesce spiaggiato, la formina di plastica verde brilla sommersa a metà nella sabbia. Quando raccolgo il minuscolo oggetto, immagino Anna, piccola bimba bionda e determinata, che ci deve aver giocato tutto il giorno, costruendo fantastici castelli sottomarini, arrivare più tardi e svuotare il sacchetto dei giochi.

Scoperta l’assenza della formina, prima si chiuderà in un vuoto mutismo, indignandosi con il mondo per la perdita subita, poi troverà subito dopo una fantastica conchiglia da usare in sostituzione.

Proseguo la mia passeggiata solitaria sulla spiaggia spazzata dal maestrale. Ed ecco la formina-ruota, con piccoli bulloni in rilievo sulla plastica gialla, che mi chiama più avanti dalla battigia. E’ Giulio, il maschietto che arriverà più tardi già proiettato a costruire fantastici transformers, sempre più accessoriati. Scoperta l’assenza della sua ruota probabilmente si arrabbierà, strepiterà, chiedendo la sostituzione dell’oggetto perso, per continuare a giocare, poi noterà, in disparte, un bicchiere di plastica abbandonato …

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