Di sostenibilità sento parlare molto spesso, in ambito aziendale ma non solo a dire il vero, e resto sempre perplessa chiedendomi se sia veramente il segnale di un cambiamento culturale prima ancora che imprenditoriale oppure se non sia soltanto l’ennesimo escamotage per cercare di riposizionarsi attraverso la creazione di una reputazione che sia di moda. In fondo seguire i trend è una strategia nota ai più.
Mi chiedo se oltre a parlare di sostenibilità ci sia la consapevolezza di quello che si intende veramente con questo termine e allora ho pensato di approfondire, almeno in parte, sapendo che non potrò esaurire un tema così complesso ma potrò cercare di studiarlo e approfondirlo secondo quelle che sono le mie esperienze e i miei interessi.
Secondo la Treccani per sostenibilità si intende la “condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”.
Una definizione interessante e di valore soprattutto sapendo che il concetto di sostenibilità è stato introdotto nel 1972 durante la prima conferenza ONU sull’ambiente e da qui sono trascorsi parecchi anni perché si arrivassero a definirne gli obiettivi.
Nel 2015, quindi ben più recente, è stata approvata invece l’agenda globale per lo sviluppo sostenibile nella quale sono inseriti 17 obiettivi, articolati in 169 target, da raggiungere entro il 2030.
Credo che questo nuovo appuntamento stia, pur lentamente, portando molte persone a compiere una riflessione trasversale a più settori e più ambiti di pertinenza.
Un’opportunità da cogliere con senso di responsabilità e non solo, spero, per fare facili slogan in un momento in cui questi argomenti possono catturare l’attenzione delle persone e la sensibilità dei più giovani ai quali tutti guardiamo con interesse perché rappresentano le persone con le quali lavoreremo e ci confronteremo tra qualche anno.
E la salute in tutto questo che ruolo ha?
A quanto pare un ruolo fondamentale se pensiamo al terzo obiettivo dei 17 da raggiungere per il quale ci si dovrà impegnare affinché la salute e il benessere siano assicurati per tutti e per tutte le età.
Non posso che essere d’accordo e non solo per la mia esperienza personale ma perché sempre più spesso la salute non è più percepita come un diritto garantito, la crisi economica e sociale degli ultimi dieci anni ha creato profonde sacche di diversità che hanno portato anche scarsa educazione generando effetti negativi dei quali, magari, non ci rendiamo conto ma basti pensare a quanti di noi considerano le visite mediche di controllo abitudine per capire come sono cambiati i nostri atteggiamenti in merito pianificando e mettendo a bilancio la nostra salute che, in molti casi, viene poi trascurata e messa in secondo piano.
Per questo, come segnalato da ASVIS, dovremmo iniziare a parlare di “promozione alla salute” attraverso una visione ampia che sappia tener conto dell’incidenza dei fattori ambientali e sociali che ci circondano.
Un obiettivo fondamentale da raggiungere, vediamo se ci riusciremo.
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