Ottobre è il mese della prevenzione del tumore al seno e, immancabile, arriva la polemica sui toni delle campagne di comunicazione.
Sono stata tirata in ballo in una discussione su facebook, la madre di tutti i social, su questa campagna di LILT a Milano.
Non sono esperta di comunicazione sui social, tuttavia per il poco che ho potuto osservare negli ultimi anni, funziona quello che più tocca sentimenti profondi (anche i commenti al post ne sono un esempio).
Da questo punto di vista, c’è un aspetto di questo manifesto che non mi piace.
Una immagine di donna a occhi bassi che apre la camicetta, mi fa pensare a vergogna e sottomissione. Sono queste le corde che è più utile toccare per spingere una donna verso un atto di profondo rispetto e cura di se stesse come un controllo medico?
Continuando a scorrere il manifesto, trovo due errori grossolani.
Il primo è parlare di mese “per” la prevenzione, come se si potesse fare solo in ottobre , invece di mese “della” prevenzione.
Il secondo è quell’asterisco dopo “gratuito”, che mi fa subito scappare via pensando ad una fregatura. Avrei preferito leggere “visita senologica”, perché di questo si tratta.
Informazione chiara e trasparente, ecco cosa serve, secondo me.
Vi metto due esempi di comunicazione che ritengo più efficace.
Un video emozionale, non parla solo di tumore al seno, ma è stato concepito per raccontare come noi stessi dobbiamo essere i primi a notare cambiamenti nel nostro corpo e, se persistono, farci vedere dal medico.
Il manifesto di una campagna simile, con medici itineranti per visite senologiche, realizzata con ottimi risultati dalle Misericordie toscane insieme all’ospedale di Careggi http://valdarnopost.it/…/io-mi-controllo-formazione-e….
In quell’occasione erano stati i medici senologi a stabilire le fasce d’età, 30-49 e over 69 quelle fuori dallo screening gratuito, e lo slogan puntava dritto a ogni singola donna.
Di prevenzione secondaria ho già scritto qui, se volete approfondire.
il seno femminile come anche i pettorali maschili ha anche una valenza erotica e sessuale, ed è giusto che ce l’abbia ma è la persona proprietaria dei suddetti seni che decide se, come e con chi esprimere questa valenza; una valenza che non ha a che fare con la prevenzione del tumore al seno
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Ottimo punto di vista che per altro Condivido in ogni suo punto… Ancora c’è molto da fare per rompere questo muro fatto di spunti si buoni ma che non possono stravolgere l’opinione pubblica, vorrei parlare di tumore ma meglio chiamarlo malattia piuttosto che carcinoma perché questa parola è dura e fa paura… Siamo ancora nella terra di mezzo… Ma prima o poi ce la faremo
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