
A sette mesi dal rapimento tutte le studentesse rapite in Nigeria da Boko Haram sono ancora disperse, nonostante la mobilitazione su internet ed i negoziati del governo nigeriano. E ieri la notizia che Boko Haram ha conquistato la città di Chibok, dalla cui scuole le ragazze erano state rapite. Qui trovate un articolo di “The Washington Post” che ripercorre l’intera storia. Nell’ultimo mese siamo passati da una ipotesi di tregua e restituzione delle ragazze ad una escalation di violenza, con un attacco suicida ad un’altra scuola, il rapimento di altre 60 ragazze e le notizie relative a violenze fisiche e psicologiche a cui sono costrette. Nei brevi stralci che vi riporto, tutti di fonte diversa, una parola chiave ricorre (e forse spiega i motivi del rapimento): studentesse. Perché, per qualunque fondamentalismo, “imparare a leggere e a scrivere è ancora un atto rivoluzionario per una ragazza”. Ci sono infatti molte evidenze che una bambina che riesce a studiare ottiene una vita migliore e riesce a contribuire positivamente alla crescita sociale ed economica della propria comunità (approfondimenti qui e qui). Qualcuno ha proposto di dedicare il prossimo 25 novembre (Giornata Mondiale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne) alle studentesse rapite. Sebbene sia un gesto solo simbolico e sebbene siano molti i passi ancora da fare anche in Italia ed i temi da trattare quel giorno, lo condivido, perché creare una cultura di rispetto passa anche dal riconoscere e stigmatizzare la violenza contro le donne, in qualunque forma e dovunque si manifesti. ANSA – 14 novembre
I terroristi islamici di Boko Haram hanno conquistato la città di Chibok, nel nord-est della Nigeria, dove lo scorso 14 aprile il gruppo integralista aveva rapito oltre 200 liceali. A dare la notizia alla France Presse della conquista della città sono stati il padre di una delle studentesse rapite e il senatore nigeriano Ali Ndume. In seguito all’assalto alla città di Chibok, tutte le torri di telecomunicazione sono state distrutte e gli abitanti sono fuggiti nella foresta. La notizia è stata data dagli stessi residenti al senatore Ndume.
Corriere della sera – 14 novembre
Le 219 studentesse di una scuola cattolica rapite, lo scorso aprile, nel nord della Nigeria sono state date in moglie ai loro sequestratori, i miliziani di Boko Haram. Non solo: convertite all’Islam, «hanno già imparato due capitoli» del Corano. Leggi l’articolo
Il fatto quotidiano – 31 ottobre
Human Rights Wath ha pubblicato un rapporto che raccoglie le testimonianze di 46 donne rapite dal gruppo fondamentalista: sarebbero almeno 500 quelle sequestrate dal 2009. Ma “prima della campagna #BringBackOurGirls i rapimenti passavano sotto silenzio”. Leggi l’articolo
Almeno altre sessanta ragazze sono state sequestrate dai fondamentalisti Boko Haram in due villaggi nel nord-est della Nigeria. Un rapimento che fa sfumare le speranze per il rilascio delle duecento studentesse sequestrate lo scorso 14 aprile dagli stessi jihadisti, mettendo in dubbio la tregua annunciata nei giorni scorsi fra le autorità del Paese africano e il gruppo. Leggi l’articolo
Aggiornamento del 29 marzo 2015, ad un anno dalla scomparsa
Care ragazze nigeriane rapite,
perché nessuno parla più di voi?