La #breastunit è una unità specializzata di senologia che tratta il tumore al seno in tutte le fasi dalla diagnosi precoce alla cura e ricostruzione.
L‘incidenza del tumore al seno in Italia e nel mondo è molto elevata e continua ad aumentare. In base agli ultimi dati dell’Associazione italiana registri tumori, si stima che nell’anno in corso, in Italia, si ammaleranno di tumore della mammella oltre 48 mila donne (circa una donna su 8 nell’arco della vita).
Se curato adeguatamente, anche la sopravvivenza media, però, è molto alta: a cinque anni dalla diagnosi è dell’85% e dopo 5 anni è del 89%. Si stima che le donne che attualmente convivono con un tumore al seno siano oltre 522 mila. Nonostante questo, il cancro al seno è ancora la prima causa di morte per tumore nella popolazione femminile italiana (e mondiale): i decessi stimati per il 2012 sono 13 mila.
Le più colpite sono le donne sopra i 64 anni: circa il 40% dei casi di tumore al seno riguarda queste pazienti. Alla fascia di età 50-64 anni si riferisce oltre il 30% dei casi mentre il 20-30% dei casi riguarda donne under 50. Sono circa il 5–7%, però, le under 40.
Con la Risoluzione sul Cancro alla Mammella (B6/0528/2006) il Parlamento Europeo richiama tutti gli stati membri ad “Assicurare su tutto il territorio nazionale entro il 2016 la costituzione di centri multidisciplinari di senologia (#breastunit).
L’obiettivo dei centri multidisciplinari è di trattare specificatamente il tumore al seno per incrementare la sopravvivenza e la qualità della vita delle donne europee, stabilendo dei criteri per poter certificare questi centri per un bacino di popolazione di 250.000 persone, che prevedono:
- il trattamento di almeno 150 nuovi casi all’anno
- la disponibilità di chirurghi dedicati che eseguano minimo 50 interventi/annui come primo operatore
- la presenza di radiologi all’interno dei centri, che refertino almeno 1000 mammografie
E’ infatti dimostrato da evidenze scientifiche “che il tumore trattato in unità multidisciplinari riduce la mortalità fino al 20% ed evita pellegrinaggi della salute, causa di costi sociali e famigliari” (Corrado Tinterri, attuale Coordinatore del Comitato Scientifico di Europa Donna Italia).
In Italia, la situazione non è rosea: come ha rilevato la Senatrice Laura Bianconi in occasione della presentazione in Senato della mozione n.399 sul tumore al seno “Dai dati presentati il 14 marzo dall’associazione Europa Donna, relativi ad una ricerca ISPO, si evince che l’84 per cento del campione intervistato ritiene che di fronte alla malattia bisogna sperare di essere fortunati, poiché non sempre ci si imbatte in strutture e medici competenti.
Tuttavia, grazie anche al lavoro attivo di movimenti ed associazioni di pazienti, fra cui Europa Donna Italia, il 5 aprile 2011 il Senato ha approvato all’unanimità la Mozione n. 399 sul tumore al seno, che impegna il Governo a vigilare sull’attuazione delle direttive europee in materia da parte delle regioni.
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