Attila lo conoscete.
Acquistato a giugno del 2008 per la terrazza della casa al mare, è rimasto con me, nel mio salotto, per ben due motivi. Uno contingente, perché a luglio del 2008 mi hanno diagnosticato un tumore al seno e quell’anno le vacanze al mare son saltate. Uno più profondo, perché tutti i giorni mi ricorda la paura, la fatica e la gioia della mia personale crisi, che mi ha resa più consapevole e più resiliente.
Fra l’autunno del 2008 e la primavera del 2009, io mi sono allenata. A smettere di programmare la mia vita al secondo, perché il percorso di cura andava adattato ad ogni segnale di reazione del mio corpo. A vivere gli affetti a distanza, a non andare al cinema e a rinunciare a tante occasioni di socialità, perché un’infezione presa durante la chemio poteva essere fatale. All’incertezza dell’esito delle cure, che per fortuna è stato positivo 😌.
Nei 5 anni successivi mi sono allenata a non viaggiare, perché quello è stato il tempo che il mio corpo ci ha messo a tornare efficiente.
E ancora oggi conservo la consapevolezza che non ce l’avrei mai fatta, senza l’aiuto degli altri.
Oggi è Attila che si allena, perché fra qualche giorno io uscirò di casa, come tutti voi, e lui ogni mattina dovrà ricordarmi che il meglio deve ancora venire e che #insiemecelafaremo🌈