Di gattopardi e sostenibilità

Di sostenibilità si parla tantissimo direi mai come in questi mesi e proprio perché se ne parla così tanto, forse troppo, mi viene spontaneo chiedermi

se sia un modo per cavalcare una tendenza o se, veramente, si sia diffuso un comune sentire che rappresenta, anche e in qualche modo, un’inversione di tendenza per le aziende e le persone in generale.

Se così fosse sarebbe positivo perché significa che si sta diventando maggiormente consapevoli delle proprie scelte e azioni mentre, al contrario, se fosse solo un modo per rifarsi lo status rincorrendo la moda sarebbe senza dubbio più negativo.

Ammetto di osservare ancora il fenomeno con attenzione cercando di informarmi per capire, approfondire e non restare arenata in forme di pensiero troppo superficiali.

Tempo fa, leggendo un articolo in cui ad essere intervistato era l’economista Mario Calderini, mi sono fermata un attimo. Nell’intervista Calderini affermava che “Ci sono ormai molti elementi che ci dicono che il sistema non è sostenibile, e non si tratta solo della minaccia del cambiamento climatico, ormai documentato dalla scienza. La novità è che credevamo che avremmo pagato il conto della non sostenibilità diluito nel tempo, e legato soprattutto allambiente: invece il conto è già qui, e arriva anche dalla dilagante rabbia sociale, dalla delegittimazione delle istituzioni, dall’egoismo che prende la forma di sovranismo e razzismo. Tutti segnali chiari almeno quanto l’emergenza climatica”.

Queste poche righe mi hanno suggerito già alcuni spunti di riflessione che vorrei condividere con voi:

  • Sostenibilità non è solo ambiente ed emergenza climatica come spesso ci fanno credere, la sostenibilità del nostro Sistema Sanitario Nazionale universale – ad esempio – è un obiettivo fondamentale dell’Agenda 2030
  • Se il sistema non è sostenibile quali possono essere le soluzioni concrete che ognuno di noi può prendere in considerazione?
  • Come le persone, i privati cittadini, da un lato e le aziende dall’altro possono essere informate, motivate e rese più attive in questa fase di cambiamento?
  • Come attivare programmi di formazione che possano davvero essere utili e chiari in grado di fornire competenze che siano spendibili a livelli diversi così che si possa scegliere in modo più ragionato e strutturato con una visione di medio e lungo termine?

Questi sono solo alcuni spunti che mi pongo e sui quali sarebbe bello confrontarsi generando un dialogo e uno scambio positivo e propositivo.

E voi cosa ne pensate?

Avete esperienze da condividere o suggerire?

Informazioni da dare?

 

 

Qui potete trovare l’intervista completa a Mario Calderini:

https://it.businessinsider.com/calderini-tiresia-attenti-ai-gattopardi-la-sostenibilita-rischia-di-essere-la-foglia-di-fico-del-neoliberismo-per-preservare-se-stesso/

 

Qui potete approfondire il tema grazie alle informazioni fornite da Asvis, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile:

https://asvis.it/

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