“La tragedia di Sofocle, l’Antigone, è quella che mi sta più a cuore. E’ una storia così potente e così vera che faccio difficoltà a pensare che tutto ciò che racconta non sia accaduto realmente. Infatti in un certo senso è accaduto.
Trovo sia di una potenza così assoluta lo scontro fra due fuochi, Antigone e Creonte, due pensieri, due leggi diverse, che riesce ad essere un tema vivo anche oggi. …
L’Antigone è stata rappresentata per la prima volta 2445 anni fa. Per chi se la fosse persa: I fratelli di Antigone, Eteocle e Polinice, si uccidono a vicenda contendendosi il trono della città di Tebe. Lo zio Creonte, salito al potere, vieta di seppellire il corpo di uno dei due, Polinice, perché traditore; chi lo avesse fatto, sarebbe stato condannato a morte. Antigone non è d’accordo, seppellisce il fratello, e per questo viene condannata a morte.
Leggendo la tragedia cercavo di capire quale fosse il motivo per cui Antigone è stata condannata, aldilà delle azioni, delle leggi, quando arriva una frase che spiega tutto:
– l’uomo sarebbe lei, e non io se restasse impunito questo gesto di forza –
Questa frase, nascosta nella grandezza dei versi della tragedia, è la spia traditrice di un pensiero collettivo, fa capire come concepissero, i Greci (o almeno quelli come Creonte), la donna. E’ proprio perché lei è donna, e lui uomo, che l’unico modo per affermare il suo potere e la sua virilità è ucciderla.”
Potete continuare a leggere qui l’articolo di Maria Foti.
A me premeva ricordarvi che la violenza sulle donne è sempre esistita, ma non per questo dobbiamo assuefarci o smettere di lavorare:
- per educare le nuove generazioni al rispetto reciproco. Su questo punto vi segnalo “Atena o Penelope” una iniziativa che da tre anni portiamo avanti a Firenze con la Fondazione Marisa Bellisario Toscana e l’Assessorato all’Educazione del Comune di Firenze
- per comprendere i motivi scatenanti ed aiutare gli uomini per primi a contrastarla, come fanno NoiNo.org e i servizi di ascolto e i centri di trattamento per uomini autori di violenza
- per combattere il sessismo imperante nelle pubblicità e nei media italiani, che rendono normali comportamenti che in altri Paesi sarebbero biasimati o puniti. Vi segnalo due campagna contro l’oggettivizzazione della donna in pubblicità e sui media, una di ACDI ed una di Pubblicità Progresso, che molto hanno fatto discutere recentemente.
Senza dimenticare che il primo baluardo contro la discriminazione ed a favore del rispetto siamo noi, i genitori, nei confronti dei nostri figli.
Buon 8 marzo.